Quando usare l’infinite scroll sul tuo sito web

La tecnologia infinite scroll permette agli utenti di visualizzare più contenuti di uno stesso sito web senza fare click su alcun link, ma semplicemente scrollando la pagina verso il basso. Viene generalmente utilizzata per la pagine di categoria di blog e shop online, ma è possibile trovarla anche sui post singoli, interni alle categorie di un blog.

Infinite scroll

Infinite scroll

L’infinite scroll è una tecnologia che si basa il più delle volte sul caricamento asincrono di tipo Ajax o JavaScript ed esiste da molti anni, ma negli ultimi 4 o 5 si sta diffondendo moltissimo su diverse tipologie di siti web. Vediamo perché accade, come accade e soprattutto quanto è utile.

 

La pagina view all

Ti sarà capitato mille volte di vedere quei numerini in fondo alle pagine di categoria di un blog, di un giornale o di un sito e-commerce. Ebbene, quei numerini contengono link che puntano alle sottopagine precedenti e successive dello stesso archivio. Giacché siam qui, ricordiamo che queste sottopagine dovrebbero avere sempre un tag <link> con attributo canonical autoreferenziale, dovrebbero essere indicizzabili e dovrebbero avere il numero della sottopagina corrispondente nei tag title e (meta) description. Ciò detto, se fin ora hai pensato che quello delle sottopagine fosse il modo migliore per gestire gli archivi, ti sorprenderà sapere che in realtà Google ha sempre dichiarato di preferire le pagine view all, vale a dire l’intero archivio in un single page.

Ora come puoi immaginare, questa cosa è stata irrealizzabile per molti anni, dato che soprattutto per i siti web più grandi, i tempi di caricamento utili per restituire una pagina view all con dentro semplicemente TUTTI gli elementi archiviati si sarebbero allungati in modo insostenibile. Poi – sempre anni or sono – si diffusero i sistemi di caching delle pagine e il lazy loading delle immagini. Queste due tecnologie fecero intanto la gioia dei fotografi sul web che ora potevano finalmente caricare 100 fotografie per pagina, come era giusto che fosse nel loro caso, ma ancora non risolvevano il problema delle categorie con dentro centinaia o migliaia di items, perché per quanto funzionali, generavano (e generano) problemi, soprattutto i sistemi di cache.

 

Infinite scroll

Ci sono almeno due tipologie di infinite scroll, quella che scrollando carica più contenuti nella stessa pagina, senza cambiare l’URL e quella che invece allo scroll carica nuovi contenuti cambiando anche l’URL, rendendo evidente il passaggio alla sottopagina successiva. Nel primo caso abbiamo la vera e propria pagina view all, quella che Google ha sempre desiderato, nel secondo una via di mezzo tra view all e sottopagina classica.

Quale funziona meglio? Per la mia esperienza sembra funzionare meglio la seconda tipologia di infinite scroll, proprio quella “ibrida”, che di fatto continua a rendere scansionabili le sottopagine degli archivi. Ti dico la verità, non so perché funziona meglio, forse perché Google può percorrere e indicizzare a piacimento le sottopagine, ma può anche non farlo (tra un po’ mi spiego meglio), mentre per quanto riguarda le view all con dentro migliaia di items è possibile che a un certo punto Google non riesca più a star dietro a tutto e quindi abbia più difficoltà a fidarsi della pagina generale.

Attenzione: prima ho scritto che Google può percorrere e indicizzare a piacimento le sottopagine servite con infinite scroll. In quest’affermazione c’è un passaggio importante, perché Googlebot può vedere e seguire i percorsi asincroni, ma lo farà comunque dando loro una priorità minore di quella che invece riserva ai percorsi espliciti, vale a dire agli URL con href nel codice sorgente. Insomma, può seguirli, ma non è “costretto” a farlo, ed è in questo passaggio che troviamo tutta la convenienza della tecnologia infinite scroll. Se Google percepirà un interesse particolare in certe sottopagine richiamate attraverso infinite scroll, allora potrà seguirle e anche tenerle in indice, altrimenti no, risparmiando una montagna di risorse di scansione. Questo spiegherebbe anche perché può essere meglio conservare la paginazione a livello degli URI, ma qui mi fermo perché scrivo solo per esperienza personale, quindi in via induttiva e sostanzialmente ignorante.

 

Single post e infinite scroll

Più rari, ma non impossibili da trovare, sono i siti web che propongono l’infinite scroll anche per i singoli articoli. In questi casi posso dire che conviene utilizzare questa tecnologia in caso si punti ad aumentare il numero delle page views, ma occorrerà fare molta attenzione a tenere insieme articoli strettamente pertinenti tra loro, perché – info rilevata da poco su un caso reale – se abbiamo in cascata la pagina A e la pagina B, Google può addirittura prendere un pezzo del testo della pagina B e inserirlo nello snippet di descrizione della pagina A nel risultato di ricerca in serp. L’ho visto con i miei occhi non più tardi di una settimana fa e a momenti ci restavo secco. E tieni presente che la query non c’entrava niente con la pagina B!

Ma se è così allora Google potrebbe valutare la rilevanza della pagina A per una chiave di ricerca prendendo in esame il contenuto della pagina A e anche quello della pagina B. Possibile? E chi lo sa. In ogni caso, se hai categorizzato bene il tuo blog, se hai un buon piano editoriale e se monetizzi con le pubblicità, non ti resta che provare ad attivare un infinite scroll sui singoli articoli e vedere che succede.

 

Per quanto infine riguarda le categorie, sappi che se quelle del tuo e-commerce o del tuo blog (come il mio) presentano ancora i numeretti a fondo pagina linkati alle varie sottopagine, ormai stai usando una tecnologia superata. Se non hai vincoli tecnologici ti suggerisco di passare subito all’infinite scroll.

Non credo te ne pentirai.

 

 

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