Si può essere onesti senza essere brutali?

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Il post di Benedetto

Quest’articolo nasce da una condivisione su facebook fatta la settimana scorsa dall’amico Benedetto Motisi: “Nel rispondere a qualcuno, ti moderi o sei sempre totalmente onesto?“.

La domanda nasconde (neanche tanto) uno dei problemi più fastidiosi per i marketers digitali come per tanti liberi professionisti, quello di mantenere la calma davanti a situazioni che ti invitano a tirar fuori di getto quello che pensi.

 

La strategia della brutalità

Se sei un freelance devi controllare le tue reazioni, altrimenti vedrai il tuo “parco clienti” assottigliarsi sempre di più e le nuove acquisizioni diminuire allo stesso modo. Niente allontana le persone più di una risposta sgarbata da parte di una persona di cui si cerca di capire se è il caso di fidarsi oppure no.

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Tieni conto che ci sono i masochismi: persone che rispondono con toni duri facendolo apposta, perché il loro formatore di riferimento fa così. Queste persone non considerano che Dr House è fico fin quando è alla TV, ma ritrovandoti al suo cospetto, affetto da dolori lancinanti e lui ti trattasse con quella sua tipica sufficienza, probabilmente (diciamolo) perderebbe buona parte del suo appeal. Insomma, se pensi alla brutalità o al sarcasmo come a una strategia di posizionamento, potresti essere sulla cattiva strada.

 

Controllare le proprie reazioni è solo peggio

Una volta capito che prendere le persone a pesci in faccia non è il massimo della vita, come reagirai di fronte all’affermazione più insulsa e ingiustificabile che tu abbia mai sentito rispetto a un argomento che conosci come le tue tasche? Sono certo che ti sei trovato più volte di fronte a situazioni del genere nella tua vita professionale (e non). Quando il sangue ti va alla testa, sei costretto a moderarti per evitare di folgorare il tuo interlocutore con la verità, nuda e cruda, di cui in quel momento ti senti l’unico legittimo detentore. A quel punto ti controlli e fornisci una risposta pacata, evasiva, sperando che il tuo disappunto non vanga fuori. Ma credimi, quando il sangue ti pervade le palle degli occhi, il disappunto non lo nascondi dietro una frase di circostanza. Mentire non ti aiuterà, perché la comunicazione va molto al di là di quanto possano dire le parole, anche via email.

Se sei collerico, se per te i clienti e le persone in genere tendono ad essere “un po’ stupide”, questo tuo essere verrà fuori in modi che tu stesso non riuscirai a capire, ma gli altri (quelli stupidi) sì. Controllarsi può risolvere qualche problema a valle, ma non basterà. Occorre molta più forza di quanta non ne serva semplicemente per evitare di dire quel che si pensa, anzi, a veder bene occorre leggerezza.

 

Differenza tra onestà e brutalità

Essere onesti significa dire quel che si pensa, mentre essere brutali vuol dire trattare male le persone. Dal mio punto di vista si può certamente dire quel che si pensa senza trattare male gli altri, perché se ci rifletti un momento, le due cose non sono collegate. È vero che siamo solo esseri umani e che la rabbia può coglierci impreparati, ma il più delle volte rispondiamo male per difendere noi stessi da quello che percepiamo come un attacco al nostro modo di pensare, all’impalcatura intorno alla quale costruiamo la nostra identità professionale. Sì, parlo di convinzioni, credenze.

Tutti ne abbiamo, tutti le difendiamo, qualche volta pagandone il prezzo. Se però sei abbastanza maturo e consapevole, puoi mettere da parte l’ego e abbracciare le idee ingenue dei tuoi interlocutori, comprenderle. A quel punto non sarà questione di controllare le proprie reazioni, ma di osservarle, accoglierle.

Non è questione di essere forti, semmai al contrario, di essere sufficientemente deboli.

Chi hai intorno, percepirà una differenza enorme.

 

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