Spunti per le digital PR

Oggi vi condivido alcune riflessioni che abbiamo sul tavolo con un’azienda importante che ho la fortuna di seguire. In particolare stiamo facendo riunioni insieme al responsabile dell’ufficio stampa, per introdurre riflessioni nuove sul posizionamento organico a partire dalle logiche legate alle pubbliche relazioni digitali.

Partiamo dunque col definire una differenza tra ufficio stampa web e Digital PR. Mentre l’ufficio stampa intrattiene rapporti privati con i giornali online per far pubblicare notizie inerenti l’azienda cliente, chi cura le digital PR intrattiene rapporti pubblici con altre aziende allo scopo di produrre occasioni di visibilità per il brand che sta curando.

Una cosa di cui mi sono accorto nel tempo è che le relazioni pubbliche hanno un forte potere posizionante nella misura in cui si riesce a raggiungere il pubblico degli interlocutori in target, ma per raggiungere quest’obiettivo occorre fare un lavoro di preparazione che può essere descritto in due strategie alternative l’una all’altra:

  1. Pagare l’interlocutore per ottenere uno spazio di relazione pubblica;
  2. Non pagare l’interlocutore, ma ottenere comunque uno spazio.

Cos’è uno spazio di relazione pubblica?

Abbiamo detto che l’obiettivo di una campagna di Digital PR è relazionarsi pubblicamente con un interlocutore verso il pubblico dello stesso interlocutore. Lo spazio per dare corpo a tale relazione è quello virtuale frequentato dal pubblico dell’azienda o del professionista che stiamo cercando di coinvolgere, dunque il sito web – spesso le pagine di un blog interno – o i canali audio/video.

In soldoni, la pubblica relazione si consuma nella pubblicazione di un contenuto testuale che ci riguarda sul sito web dell’interlocutore o di un contenuto multimediale (termine ormai obsoleto) sui canali social audio-visuali dello stesso interlocutore.

Ok, e come ci si arriva senza pagare?

La strategia che sto discutendo – e che pare trovare il favore dell’organizzazione – muove da un primo passaggio che consiste nel selezionare i blog più interessanti per lo stesso pubblico del cliente, ma che hanno business diverso, da cui possiamo dire che non c’è concorrenza.

Il secondo passaggio è sviluppare un contenuto sul nostro blog interno del tipo: “i 7 migliori blog sull’argomento X”, in cui andremo a listare e descrivere quelli che per noi sono effettivamente i player più interessanti.

Il terzo passaggio sarà contattare i responsabili di questi siti web richiedendo a ciascuno di aggiungere qualche riga di descrizione al contenuto che abbiamo preparato, nel punto in cui descriviamo il suo progetto web.

Il quarto passaggio sarà chiedere a nostra volta di essere ospitati con un contenuto pertinente sul sito che avremo precedentemente selezionato o ancora meglio, di organizzare un webinar insieme – live o registrato – su tematiche di mutuo interesse, utili tanto al pubblico di riferimento del nostro interlocutore, quanto a noi per renderci positivamente visibili presso di esso.

Come va a finire? Funziona?

La resa di un progetto di questo tipo dipende dalla cura che ci si mette, dal tempo che si è disposti a investire, dalle doti comunicative di chi cerca di entrare in relazione con gli interlocutori e soprattutto dalla volontà di credere che la cosa possa funzionare. È chiaro che si otterranno dei rifiuti, quindi se non sei abituato a sentirti dire di no, lascia perdere e comprati un backlink sull’eco della valqualcosa… con 50 euro te la cavi.

Ora, in conclusione, se per caso pensi che questa strategia possa funzionare, se anche solo ritieni che possa avere un senso, permettimi di dirti che non trovo mai tanta resistenza come quando mi presento in azienda con un’idea di questo tipo. C’è un problema terribile e molto comune a tante aziende: l’incapacità di investire in attività che richiedono tempo e hanno un ritorno non quantificabile. Vogliono tutti sapere sempre esattamente quale sarà il ritorno sull’investimento e in quanto tempo tale ritorno sarà osservabile. Non è vero niente, è che non si trovano le persone adatte a stringere relazioni, a comparire. Sono queste le figure professionali che le aziende dovrebbero inseguire. Gli essere UMANI.

Come se poi il ritorno della link building fosse quantificabile…

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