Creative strategist, che accidenti di lavoro è?

Giuliano Ambrosio Julius Design

Giuliano Ambrosio

Giuliano Ambrosio, meglio noto come Julius Design è uno dei più importanti divulgatori italiani sui temi digital, particolarmente orientati alla gestione delle strategie di comunicazione in senso ampio.

 

Ciao Giuliano, ci racconti i tuoi focus di questo periodo?

Ad oggi oltre a svolgere il mio lavoro di consulente in strategie digitali mi sto occupando anche di fare formazione per il Master in Social Media Marketing di Ninja Marketing e Mentor del TEDxTorino

Sono Creative Strategist di AQuest, agenzia digitale creativa in cui lavoro da Gennaio 2016. Un’agenzia digitale innovativa tanto da avere lanciato www.pollso.com anche una company dedicata a mondo gaming. Stiamo infatti lanciando nuovi giochi tra cui SWOORDS, il mio primo mobile game basato su connessioni di parole che vedrà la luce tra qualche mese.

Crediamo molto nel mondo mobile e abbiamo deciso di unire le creatività e strategia di AQuest al contesto gaming con Pollso Games con l’obiettivo di applicare modelli di gamification su progetti concreti per i nostri clienti. 

In questo periodo sto dando maggiore rilevanza alla ricerca e innovazione in campo Social e Digital. Sono convinto che sperimentare nuovi mezzi di comunicazione e forme di dialogo possa essere una marcia in più rispetto a chi si fossilizza sulla solita comunicazione.

 

Facciamo lavori che quand’eravamo piccoli non esistevano. Secondo te, come dovrebbe evolvere la scuola?

La scuola di modello classico che noi tutti oggi conosciamo continua a fare fatica nel formare cosiddette “nuove professioni” in campo soprattutto digitale proprio perché la velocità con la quale nascono e si trasformano è molto elevata.

La scuola dovrebbe riuscire a collegare studenti con aziende, ma per davvero, offrire agli studenti la possibilità e la garanzia di approfondire una nuova professione sul campo, oppure introdurre nei programmi ufficiali professionisti del settore per portare la propria conoscenza. 

Le università si stanno muovendo su questa strada ma bisognerebbe trovare un nuovo format di campus universitario in cui innestare percorsi innovativi con figure attuali (e future) ricercate dal mercato.

 

A proposito, che accidenti di lavoro fa un creative strategist?

Non sei il primo a chiedermelo ovviamente, questo ruolo è poco conosciuto e riconosciuto  in Italia rispetto che all’estero. In realtà è una figura ibrida, un mix sinergico tra un Creativo e uno Stratega. Sono proprio queste le due anime caratterizzanti del ruolo.

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In Italia spesso troviamo o lo Stratega (strategist) o il Creativo (Creative Director), insieme è raro trovare una figura che riesca equilibrare le due componenti.

Il Creative Strategist è proprio colui che riesce ad avere la capacità creativa di individuare un percorso o soluzioni di comunicazione in modo originale e non scontato e allo stesso tempo applicare a una strategia che possa concretizzare gli obiettivi.

La creatività intesa come forma mentis con grande capacità di problem solving e coordinamento team in modo da semplificare la creazione di attività creative e innovative.

La strategia basata sui numeri, sulla costante ricerca e aggiornamento in campo digitale, sulla curiosità nel trovare nuove soluzioni e sperimentare sempre.

 

Qual è l’ingrediente segreto del successo personale e di quello aziendale sul web? 

Non ci sono formule o segreti con i quali oggi hai la certezza di avere successo sempre nel mondo digitale, proprio a causa del suo cambiamento costante.

Quello che con me ha funzionato è stato proprio iniziare a mostrare valore con concretezza, sperimentando su me stesso, lanciando progetti, tenendomi sempre aggiornato sui Trend digitali e trovando sempre tempo per confrontarmi con gli altri.

 

Qual è la prima cosa che insegni ai tuoi studenti dei master e qual è l’ultima?

Quando mi trovo di fronte studenti in percorsi di formazione, cerco sempre di far capire due cose fondamentali.

La prima è ricordarsi che oggi ci sono strumenti, piattaforme e modalità per emergere dalla massa che solo 10 anni fa o non esistevano oppure era ancora prematuro utilizzare. Bisogna essere proattivi e saper lavorare da veri professionisti, con umiltà e serietà.

La seconda è l’essere affamati nell’approfondire le tematiche a cui siamo più appassionati, ma allo stesso tempo anche sperimentare. Questa è la fiamma viva che ci permetterà di avere una marcia in più rispetto agli altri.

 

Haters ne hai o ti vogliono tutti bene? 

Una volta che raggiungi un minimo di notorietà è inevitabile attirare invidie o critiche. Non possiamo piacere a tutti, sarebbe anormale.

Per fortuna i miei haters ancora non sono un fenomeno di cui preoccuparmi.

 

Per concludere, chi dissuaderesti dall’idea di fare un lavoro come il tuo?

Sicuramente quelle persone che non sono ambiziose o curiose. Tutte quelle persone che preferiscono che siano gli altri a dirgli cosa devono fare senza prendersi rischi o responsabilità.

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