E-Commerce manager, a chi serve davvero?

Francesco Giorgio Fiore

Francesco Giorgio Fiore

Francesco Giorgio Fiore è un consulente marketing per strategie di avvio e posizionamento sul mercato di siti web per e-commerce. Offre supporto strategico alle Pmi italiane ed estere per vendere online.

È autore del libro E-Commerce manager (Flaccovio), in cui tenta di spiegare agli imprenditori tutti i passaggi per lanciare un attività di commercio elettronico. Proprio su questo piovono le mie domande…

 

Quali sono le competenze concrete di un e-commerce manager?

L’ e-commerce manager ricopre un ruolo decisivo nella gestione e sviluppo di un’attività di commercio elettronico. In base alla dimensione aziendale e al posto occupato nell’organigramma deve saper proporre e valutare un’idea/modello di business, pianificare le attività, proporre o valutare una strategia di marketing, analizzare i dati nella maniera corretta, etc.

Quando si avvia o si gestisce un progetto e-commerce si ha a che fare con numerose figure professionali che investono settori molto diversi (dagli sviluppatori alle agenzie pubblicitarie, dai consulenti legali ai consulenti fiscali, etc.): le competenze dell’e-commerce manager, quindi, spaziano da quelle gestionali ed economiche a quelle marketing, dalle competenze tecniche a quelle di analisi. 

Purtroppo, ancora oggi, passa il messaggio che l’e-commerce sia il modo facile e veloce per fare soldi ma purtroppo non è così: la preparazione dell’e-commerce manager è determinante affinchè il modello di business porti risultati reali.

 

Ci descrivi una checklist di elementi essenziali nell’analisi di un progetto e-commerce

in primis analizzo il modello di business che si vuole sviluppare attraverso un primo sguardo al mercato, con particolare attenzione al piano economico: in sostanza valuto, in base al budget finanziario, le possibilità di posizionamento sul mercato dell’offerta. 

Il margine sul prodotto, la stima delle spese di acquisizione, i tempi di rientro dell’investimento, il raggiungimento del break even point sono poi alcuni dei punti essenziali di cui ho bisogno per “dormire tranquillo”. Considero sempre i valori per eccesso o per difetto (chiaramente in base al tipo di dato) in modo tale da avere dei margini per situazioni impreviste. Che ti assicuro, si presentano molto molto spesso.

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Dedico molto tempo alla fase progettuale e, quando i conti tornano, passo a quella operativa (sviluppo sito web, messa in atto della strategia di posizionamento, etc.)

 

Con quali CMS lavori meglio e perché

In questi anni ho avuto modo di utilizzare diversi cms. Da qualche anno mi sono concentrato su Magento per diversi progetti, in primis per le funzionalità marketing di cui dispone. Chiaramente ogni piattaforma e-commerce ha i suoi pro e i suoi contro, quindi occorre fare una valutazione attenta caso per caso, in modo da individuare ciò che può rispondere meglio alle esigenze di funzionalità ed al modello di business.

 

Quali sono le nicchie di maggior successo e quali quelli in difficoltà?

Il transato dei canali di distribuzione e-commerce è in costante aumento e le difficoltà di una “nicchia” possono dipendere solo da errori fatti nella progettazione iniziale, nel modello di business oppure dal non aver considerato il processo di acquisto del cliente. In alcuni casi, i problemi sono dovuti al budget non adeguato ad affrontare la sfida verso competitor più forti. Non dico quindi che ci siano settori in difficoltà (escludendo chiaramente settori in cui la domanda di mercato è declinante) ma semplicemente divido successi ed insuccessi tra chi fa le cose per bene e chi no.

Aggiungo inoltre che negli ultimi anni la “nicchia” è diventata quasi un mito, e per alcuni si è rivelata una discesa all’inferno. Troppi merchant hanno individuato delle nicchie di mercato con scarse potenzialità, non considerando, ad esempio,  che il numero di potenziali clienti che ne facevano parte, erano troppo esigui per poter garantire un effettivo ritorno economico. Oppure, erano talmente distribuiti su scala mondiale che raggiungerli sarebbe stata comunque impresa troppo ardua. Anche in questi casi però, si tratta di errori individuabili in fase progettuale.

 

Quanti soldi investire per vendere online? Puoi farci qualche distinguo?

Altre domande ne abbiamo? 🙂 

Qui rispondo con il classico “dipende”.: ci sono imprenditori che hanno iniziato con budget esigui e imprenditori che hanno investito milioni di euro: tutto però fa riferimento al modello di business che ognuno vuole sviluppare o ai canali di distribuzione che si vogliono utilizzare. Le cifre sono davvero troppo variabili per poter dare un dato indicativo e vanno analizzate e ponderate caso per caso.

 

A chi è rivolto il tuo libro e perché acquistarlo?

Quando mi è stato proposto di scrivere “E-commerce Manager” il primo pensiero è andato a tutti gli imprenditori con cui ho avuto modo di interagire nel corso degli anni.  Come ho detto prima, troppi hanno la percezione che l’e-commerce sia qualcosa di facile da gestire, una specie di magia per far soldi: niente di più falso. 

Ho pensato quindi ad un testo semplice e chiaro per far conoscere tutti gli aspetti che ruotano attorno al mondo del commercio elettronico. Aspetti che vanno valutati prima di avventurarsi in questo territorio e che devono essere tenuti in massima considerazione da parte di chi si occuperà della gestione di tutte quelle figure che ruotano attorno al mondo del web e non solo.

Vista inoltre la crescente richiesta sul mercato del lavoro di e-commerce manager, il libro è utile anche a chi vuole proporsi ad un’azienda per la gestione dei canali di vendita on line.

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