Il post che stai per leggere è una provocazione bella e buona che nasce dalla chiacchierata con Matteo Sacchi della scorsa settimana e che puoi rivedere qui. Matteo è un web project manager la cui attività principale è coordinare il lavoro di altri professionisti scelti ad hoc per curare progetti di comunicazione business via internet.
La chiacchierata con Matteo mi ha fatto capire la differenza che c’è tra trovare tanti clienti sviluppandoci un buon rapporto, e far finta di prenderne tanti, finendo sovente ai ferri corti con quei pochi che prendi in realtà. Perché sì, la vita e soprattutto il business sono fenomeni legati alla percezione. E per fare la differenza conta tutto, anche quello che pensi siano affaracci tuoi.
Gli affaracci tuoi
Il più grosso segreto dell’insuccesso è per l’appunto quella robaccia che viene fuori dai tuoi status sui social. Ormai non si può più dire che non sia così. Per capirci, non c’è niente di male a sfogarsi su facebook se hai avuto una brutta giornata, anzi, diffiderei sostanzialmente di quei professionisti completamente ingessati dietro all’attitudine bonaria da grande puffo, sempre pronti a farti la lezione con la loro esperienza positiva su tutto. Siamo esseri umani diamine, ma stare continuamente su facebook a ostentare il proprio successo, oppure postare continuamente livore contro i mulini a vento per combattere la propria battaglia personale, è il segno di un ego gigantesco e spesso disturbato. Si vuole denotare successo e presenza di spirito, ma emergono solo la preoccupazione di aver torto e la paura di restare soli.
E ti nascondi dietro la scusa che i tuoi post siano solo affaracci tuoi, intanto inquini l’universo e non lo sai.
Cosa si nasconde dietro ogni (santo) post
In poche parole: postiamo perché abbiamo paura di morire. Tutti i post su qualunque social network portano con sé un contenuto di autoanalisi. Quando ammoniamo pubblicamente le masse affinché si ricordino come occorre affrontare un certo problema, in realtà è con noi stessi che stiamo parlando, perché abbiamo paura di soccombere a quel problema. Postiamo per tentare di guarirci e se non per quello, lo facciamo per colmare un vuoto. Se ad esempio posti la foto di un bel piatto di lasagne è perché hai bisogno che là fuori esista almeno un testimone del fatto che esisti. E se ne hai bisogno è (come scrivevo prima) perché hai paura di morire.
Per altro il testimone vero della tua esistenza è la persona che hai di fianco, il tuo partner o tuo figlio, sì, proprio quello che ignori perché devi postare la foto del piatto di lasagne. L’inferno che ci siamo costruiti prevede che scordiamo gli affetti veri per inseguire quelli di cartapesta.
Ora, il triste assunto di questa modernità analgesica è che tutto ciò riguarda le persone “normali”, quelle di cui al limite ci si può anche fidare. Ci sono poi quelli che potrei definire “invasati digitali”, che si riconoscono dalla monocromia degli interventi. Sono martelli che battono sempre sullo stesso chiodo edonistico o (fanta)politico, unti di un sapere che è il contrario della consapevolezza. Oppure paradossalmente sono quelli che ti raccontano sempre qual è il modo giusto di fare le cose e non hanno ami un capello fuori posto. Ecco, alla lunga sono queste le persone di cui non c’è da fidarsi.
Confusioni
Ma allora qual è il segreto segretissimo per trovare nuovi clienti? Insomma, come devo postare su facebook? Con chi me la posso prendere? E soprattutto, posso parlare di calcio? Ho solo una risposta sensata per questa domanda: Gianni Morandi.
Ti prego Gianni, insegnami ad essere come te, insegnami a raccontare le mie giornate con quella leggerezza di chi si rivolge all’altro usando toni gentili, senza per questo dover fingere che siano tutti amici. Insegnami a raccontare le disavventure e le vittorie senza ostentare dolore e soddisfazione come se fosi oppresso da un tiranno o (peggio) come se il tiranno fossi io.
Insegnami tutto questo e sono sicuro che i clienti arriveranno. E se non dovessero arrivare, avrò almeno smesso di inquinare l’universo.
Che comunque aiuta.
adoro gianni morandi, ogni social networker dovrebbe imparare da lui ahaha
in genere ci provo anche io, non riesco a POSTARE ma quando rispondo provo ad essere così, ma esserlo davvero ^_^