Siamo ormai nell’ultima settimana di agosto. Per alcuni le ferie sono già finite, per altri rimangono solo brevi scampoli d’assenza prima di tornare alle attività lavorative classiche. Prima che questa finestra estiva finisca, vorrei raccontarti una storia che spero ti farà rivedere la tua vita lavorativa sotto una luce diversa. No, oggi non parliamo di marketing e nemmeno di software o servizi hosting. Parliamo di te, mentre fuori rinfresca.
Oh, in agosto per almeno due settimane non voglio sapere niente! Sono certo che a fine luglio ripetevi questa frase come un mantra almeno dieci volte al giorno, dopo aver arrancato per mesi verso la luce salvifica di un fine settimana sempre troppo breve. Meno male che c’è agosto, perché staccare è necessario, anche se il tuo lavoro ti piace, indipendentemente dal fatto che tu sia dipendente o lavori in proprio. Ma sei riuscito davvero a rilassarti? Conosco persone che trascorrono il mese di agosto in una cupa e immobile attesa che arrivi il 1° settembre, talmente abituati a star dietro a quella scrivania da aver completamente perso il contatto con le cose.
È di questo che voglio parlarti oggi, delle cose.
Quando vivi in una grande città o comunque in un agglomerato urbano, sei per forza di cose circondato da infrastrutture come edifici e strade, magari un’aiuola qua e là per spezzare il grigiore urbano, certo non proprio la stessa cosa che camminare sulla sabbia o a piedi nudi sopra l’erba appena tosata. La vacanza serve anche a questo: sentire l’odore della terra, ascoltare le onde infrangersi lungo una scogliera, toccare la corteccia di un pino e sporcarsi le mani con la resina profumata, correre sotto un temporale estivo, ascoltare l’eco della propria voce sfilacciarsi e perdersi giù per una scarpata.
Quando tornerai alla routine lavorativa, gli odori saranno quelli del caffè, mentre le dita riprenderanno a scorrere su tastiere fisiche o virtuali e il mondo tornerà ad essere sintetizzato e appiattito dallo schermo di un computer. Quando guardi le cose attraverso il web, stai sempre assistendo a un surrogato della realtà, per altro filtrato da un punto di vista che non è il tuo, ergo, puoi fare viaggi fantastici stando dietro alla tua scrivania (e io ne faccio di incredibili), a patto di non dimenticare che quelle non sono “cose”, ma immagini delle cose. Le cose, quelle vere, puoi percepirle solo con i sensi, i tuoi.
A cosa servono le vacanze
Hai certamente familiarità con l’espressione “staccare la spina”. Significa smettere di occuparti delle tue mansioni per riposarti e ricaricarti. Vedi però che il semplice riposo può bastare a farti recuperare le forze, non l’energia. Se le forze e l’energia ti sembrano la stessa cosa, pensa a quelle persone che si svegliano il lunedì mattina già stanche pur avendo poltrito tutto il fine settimana. Cosa manca loro? Non certo il sonno, semmai il problema è che non si acquisisce energia riposando, ma attraverso le cose. Lo capirebbe anche un bambino. Se mentre leggi quest’articolo hai ancora la fortuna di trovarti in vacanza, magari sulla spiaggia, prova a toccare lentamente la sabbia con le dita e concentrati sulla sensazione che provi. Tutto qui, non devi scoprire la vita su Marte, devi solo sentire la sabbia con le dita!
Se invece sei già tornato alla vita di tutti i giorni non disperare, perché la bella notizia è che anche tu sei circondato da un’infinità di cose da cui attingere energia, l’unico problema è che ormai non le vedi più perché ci sei abituato, eppure sono sempre state lì. Il tappeto in salotto, la vernice sulle pareti delle scale, per non parlare dei gatti giù in strada… ah, i gatti.
Ora che ricominci a lavorare
Stavolta prova a fare una cosa diversa: invece di abbassare la testa sul lavoro finché non sopraggiunge l’età pensionabile, ogni tanto guardati intorno facendo finta di aver perso la memoria, ché potresti rimanere sorpreso dalla forma di quel pomello che hai usato mille volte, ma che non hai mai guardato con attenzione. È da quel pomello che arriveranno le intuizioni più brillanti, quelle da cui partirà il secondo tempo della tua vita, la parte del film in cui vinci tutto, quella che ti auguro di vivere, da adesso.