Claudia Campisi, già ospite di queste pagine, ha scritto Professione Career Coach, edito da Flaccovio nel 2023, con l’obiettivo di offrire uno strumento di aggiornamento professionale a chi a vario titolo opera nell’orientamento e nella consulenza di carriera.
Di seguito le risposte alle domande che mi sono balenate in mente rispetto a questo nuovo lavoro editoriale di Claudia. Nel ringraziarla per l’interesse, auguro a tutti voi buona lettura.
Ciao Claudia, cosa è cambiato nella tua vita dalla precedente intervista?
Intendi oltre alla pubblicazione del mio terzo libro?! In effetti molte cose ☺
Un nuovo trasferimento dalla Sicilia, dopo solo 2 anni, a Frascati e anche sul fronte professionale sono arrivate alcune belle soddisfazioni e novità.
Sono stata nominata LinkedIn Top Voice, lavoro e carriera, e come freelance posso dire di aver trovato un equilibrio personale che mi consente di occuparmi dei progetti con cui sento una sintonia valoriale importante e a cui sono attratta per interessi e opportunità di crescita personale.
Ho realizzato, ancora, qualche piccolo sogno come insegnare all’università presso la facoltà di psicologia Etica e deontologia professionale e non ultimo pubblicare Professione career coach che è un testo che arriva dopo anni di ricerca, attività professionale e relazioni con colleghi e personalità del settore meritevoli di attenzione e credito.
Ci racconti le scelte alla base del libro “Professione career coach”?
Offrire uno strumento di aggiornamento professionale a chi a vario titolo opera nell’orientamento e nella consulenza di carriera. Mi riferisco a contesti e obiettivi di consulenza che possono differire anche sensibilmente tra di loro. La scuola con il nuovo progetto Docenti tutor – orientatori, l’Università con i servizi di career e placement, le aziende che con obiettivi diversi si occupano della mobilità interna ed esterna del personale.
Credo che servisse un libro capace di fare ordine sulle competenze hard & soft necessarie per svolgere al meglio questa attività, sui contesti caratterizzati da sfide e criticità specifiche, modelli ma soprattutto strumenti che oggi integrano ai tradizionali anche proposte digitali e di intelligenza artificiale. Per rendere tutto più attuale, spendibile nell’immediato e di valore ho coinvolto professionisti top in ogni singolo aspetto trattato. Faccio solo alcuni nomi: Alessandro Gini, Fabiana Andreani, Maurizio Fiengo, Francesca Parviero, Silvia Natale, Maurizio Piccinetti, Carolina Bussadori, Eleonora Fedeli, Michela Luoni e Selvaggia Fagioli ma anche Gabriele Gramaglia, Sara Portolano, il prof. Davide Marchioro.
Qual è la prima cosa utile da fare per chi vuole sviluppare la propria carriera?
Lavorare sul proprio obiettivo prendendo in seria considerazione i bisogni personali e operando un’analisi delle proprie disponibilità in termini di risorse. Prendere contatto con il “chi siamo”, “cosa vogliamo ottenere” ci aiuterà a trovare lo stile più appropriato per comunicarlo e raggiungere gli interlocutori giusti. Il bilancio di competenze, una analisi SWOT, test, un percorso con un career coach sono passi da prendere in considerazione per centrare al meglio il proprio obiettivo di cambiamento e di crescita professionale ma anche per trovare il giusto equilibrio tra le nostre 4 S: Sapere, Saper fare, Saper essere, Saper comunicare.
A proposito, come si diventa career coach?
Inizierei dalla necessità di formarsi scegliendo un percorso che integri competenze relazionali (percorso di laurea umanistico, beh la psicologia è un ottimo punto di partenza ma non è l’unico), analitiche, digitali, tecnico-professionali per seguire fasi specifiche del ciclo di vita professionale, contesti, settori e mercati del lavoro con caratteristiche ben precise.
Un career coach deve conoscere il mercato del lavoro, le dinamiche del mondo aziendale, la contrattualista relativa al lavoro ma anche strumenti per accompagnare l’altro in un percorso che può avere obiettivi molto diversi: ingresso nel mercato del lavoro, crescita, rientro, etc.
La formazione deve essere continua, strutturata, professionalizzante.
Non esisteranno mai 2 career coach uguali, sarebbe, dunque, onesto quanto strategico individuare il proprio tratto distintivo e performante e proporsi su questo!
Professione career coach è perfetto per scoprire in cosa si è bravi, su cosa migliorare e come proporsi sul mercato in modo efficace, etico ma anche competitivo.
Quali sono gli ostacoli con cui deve confrontarsi un career coach?
Le aspettative dei propri clienti spesso non approfondite in modo accurato. All’interno della relazione con le persone seguite è importante chiarire e aggiornarsi costantemente su ogni aspetto del lavoro che si fa insieme. Il career coach è anche molto spesso un mentore per l’Altro, deve sostenere un cambiamento, fare insieme e mai sostituirsi, lavorare per una trasformazione che rimandi al cliente auto efficacia, equilibrio e grande motivazione.
Nella mia esperienza diretta con over 55, top manager, imprenditori, beh ti cito i percorsi più sfidanti e complessi, è sempre stata determinante l’autenticità quanto il network personale.
Se chiediamo all’altro di uscire dalla sua zona di comfort dobbiamo dare noi per primi l’esempio ed essere pronti ad accogliere anche le emozioni negative come la rabbia, la frustrazione, la sfiducia nelle proprie possibilità. Amo il mio lavoro e mi sono sempre fatta carico di tutto il pacchetto completo.
In ultimo (come sempre), ci lasci qualche spunto per approfondire la materia?
Oltre a leggere il mio Professione career coach ed entrare in contatto con me per partecipare ai miei eventi pubblici e privati suggerisco di visionare costantemente tutti i report sviluppati su micro temi riguardanti il mondo del lavoro. I dati aumentano la nostra competenza e la contezza di cui stiamo parlando. Suggerisco di seguire specificamente le pubblicazioni di Randstad, Manpower, Adecco ma anche le analisi interne alla piattaforma di LinkedIn.
Partecipare ad eventi, webinar ed entrare in contatto con i referenti di settore più impegnati nelle tematiche di nostro interesse è strategico.
Personalmente, essendo anche una sostenitrice della ricerca, sono la coordinatrice di un project work sul career coaching per la società italiana di psicologia del lavoro e delle organizzazioni (SIPLO), ma anche socia per SCP (società di coaching psicologico) proprio perché credo che l’aggiornamento professionale debba avere un fondamento scientifico.
Se si desidera crescere in una professione non bisogna isolarsi ma al contrario fare rete!