Ci sono termini che non puoi più usare

Fare attenzione alle parole che scegliamo per rivolgerci agli altri, in special modo a chi non conosciamo, è decisamente importante per sviluppare relazioni interpersonali sane ed è essenziale per la qualità di quelle professionali. Personaggi come il Dr. House, con i suoi modi da sociopatico (perché tale era), nel mondo reale non andrebbero lontano, eppure vedo che molti sui social sembrano scimmiottare quel tipo di comportamento, con risultati tristemente ovvi.

multa per chi posta male
multa per chi posta male

Se hai (ancora) facebook, ti sarà capitato di provare in prima persona o quantomeno di aver letto situazioni di censura con ammonimento, comminate a seguito di controlli automatici sul testo di un post.

Ora, fatta salva l’idea che bisogna comportarsi bene, va da sé che facebook non ha i mezzi per effettuare un controllo reale nel merito di ciò che c’è davvero scritto in un post, quindi utilizza la semplificazione del controllo naturale sui termini e le espressioni. Tale semplificazione porta tuttavia con sé a una enorme quantità di errori interpretativi, tali da aver generato nell’ultimo anno un clima del terrore sull’utilizzo delle parole.

Faccio un esempio di un post rimosso in automatico dal gruppo dei Fatti di SEO:

«Io veramente non so più che pensare su #ChatGPT ed in generale su tutta la tecnologia con cui interagiamo ogni giorno. Sembra sempre che si tratti di miglioramenti incredibili. Ma avete mai fatto una ricerca su internet (con qualsiasi strumento: google, chatGPT…) su un argomento che conoscete bene? Di cui siete esperti? e che non sia strettamemente tecnologico? E’ impossibile avere una risposta sensata a meno di essere già esperti e quindi sapendo fare le domande giuste e molto circostanziate. Altrimenti il web ti restituisce una valanga di luoghi comuni spesso falsi, ma tutti estremamente ben posizionati. Io non so se questo sia un miglioramento dell’umanità, ma se mentre tentate di togliere la ruggine dal vostro portone con il succo di limone o con una cipolla qualcuno vi da un calcio in culo, sappiate che sono io, e che ve lo meritate».

Nell’ultima parte di questo post, facebook ha intravisto una minaccia che evidentemente è solo figurata, ma non reale, ma vallo a spiegare agli algoritmi di facebook, che nel mio caso hanno addirittura minacciato di abbassarmi la visibilità del gruppo… capite?

Oggi come moderatore sono costretto a non pubblicare post del tutto legittimi, in cui vengono utilizzati termini che “potrebbero” essere male interpretati. È la dittatura del politically correct.

Occhio, perché comincia a succedere anche su Google

Se quanto ti ho riportato fin qui è cosa nota, sappi che in questo periodo i siti web che escono su Google News e Discover stanno ricevendo segnalazioni per Rimozione dalla Ricerca Google ai sensi delle leggi europee per la protezione dei dati. Questa cosa è sempre successa, ma stavolta le segnalazioni riguardano l’utilizzo di certi termini – legati alla dipartita fisica – associati a nomi di personaggi famosi. In questo caso il meccanismo automatico serve a proteggere gli utenti dalle fake news e non dal linguaggio violento in sé, ma attenzione, se uso il termine che indica l’assenza di vita nello stesso contenuto in cui scrivo di Pippo Baudo, non è detto che io volessi dire che il noto conduttore televisivo è venuto a mancare. Ancora una volta manca l’analisi del contesto.

Capite allora che da un a parte e dall’altra, la nuova “polizia del linguaggio” ci impone di fare molta più attenzione di prima, perché questa “gente” non guarda in faccia a nessuno e non è meno funzionalmente analfabeta di quegli utenti contro i quali vuole agire.

Conclusioni

Dobbiamo prenderlo come un “cortese invito all’auto moderazione”. Se vogliamo trovarci un lato positivo, c’è da dire che non ci farà male usare certi termini al posto di altri e magari impareremo tutti a comportarci meglio con le persone che abbiamo davanti ogni giorno e di cui non sappiamo niente, però di fatto questa censura automatica – con le limitazioni inique che comporta in alcuni casi – fa davvero preoccupare, perché ci si chiede se per caso a un certo punto l’evoluzione non abbia preso una cattiva strada.

Rispondi all'articolo

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.