Quanto dura la gavetta per lavorare sul web?

In tutti i mestieri del mondo esiste la “gavetta” e certamente quella per lavorare sul web non è un periodo di vacanza, ma richiede un lavoro durissimo, a fronte di guadagni irrisori e attese interminabili. Ma esiste un modo per uscire da questo periodo oscuro? Ma poi quanto dura? E vale sempre per tutti?

Quanto dura la gavetta

Quanto dura la gavetta?

 

La gavetta è quel periodo più o meno lungo in cui un lavoratore impara il mestiere sul campo, si professionalizza, si rende capace di operare allo stesso livello di chi è già sul mercato con profitto, se non meglio. Sono almeno 30 anni che l’ISTAT e gli organi preposti del Ministero dell’Istruzione cercano di capire quali siano i tempi medi di accesso al mondo del lavoro una volta terminato il percorso di studi, ma i risultati di questi studi mi ricordano sempre un po’ le medie statistiche alla Trilussa, secondo cui se io ho due polli e il mio vicino nessuno, abbiamo mediamente un pollo a testa, solo che io mangio, il mio vicino no. #Dettagli

 

Le testimonianze

Facendo un rapido giro in rete, non potrai fare a meno di imbatterti nei racconti di chi ha vissuto oppure vive quotidianamente il tempo della gavetta. Nel settore privato vieni inserito con contratto di stage per 6 mesi con un rimborso di 400 euro se ti va bene e successivamente nei casi peggiori vieni pagato in nero 600 euro al mese, oppure regolarizzato part time per la stessa cifra netta, salvo che devi star lì fino alle 8 di sera a sgobbare come un mulo, finché ce la fai.

Poi c’è l’università (di cui ho parlato ultimamente nel video di capodanno) che riesce a tenere dentro gli assegnisti di ricerca per 15 anni grazie ad un sistema di contratti rinnovabili ogni 6 o 12 mesi, rigorosamente senza contributi. Una persona a me vicina si è allontanata ultimamente da quel mondo per tentare la libera professione, ed è antropologicamente interessante vedere come i colleghi le abbiano detto che sbaglia ad andar via, perché fuori non ci sono opportunità. Secondo me a queste condizioni il mondo dell’università nasconde condotte illecite, ma sbaglierò.

 

L’inserimento nel mondo del lavoro

Chi dice 5 anni, chi dice 10, ma per imparare il mestiere sul campo bastano 2 o 3 anni di pratica, poi è ovvio che non si finisce mai di imparare né di imbattersi in situazioni nuove, ma quando occupi la stessa sedia da oltre 5 anni e continui a sgobbare per una somma che supera di poco un rimborso spese, probabilmente c’è qualcuno che si approfitta di te, anzi vorrei essere più chiaro, qualcuno sta commettendo proprio un reato e lo fa con la tua complicità.

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Spesso la gavetta è decennale o peggio proprio perché chi dovrebbe farti passare al livello successivo si siede sulla tua infinita disponibilità a chiudere un occhio sulla crisi economica e sul fatto che gli asini volano alti nel cielo blu. Ieri osservavo un video in cui Sandro Pertini chiedeva agli italiani di fare sforzi per uscire dalla crisi. Era il 1978. Di quanta pazienza disponi ancora?

 

Passare al livello successivo

La gavetta finisce quando a un certo punto ti accorgi che tu stesso sei chiamato a decidere quando passare al livello successivo, e se demandi ad altri quest’incombenza commetti una grossa ingenuità, perché della tua crescita professionale non importa proprio niente a nessuno. Se dunque ti trovi da 5 anni nella stessa agenzia di comunicazione e continui a percepire una somma di denaro appena sufficiente per uscire il sabato sera, devi valutare tu se la misura è colma. Se sono già anni che giri il curriculum ad altre aziende senza ottenere risposta, quello è il segnale che devi mollare l’osso e andare per la tua strada. Viviamo in tempi in cui l’autodeterminazione professionale è spesso l’unica strada per farsi largo ed emergere. Mettiti in proprio!

Negli ultimi 3 anni ho seguito alcuni professionisti (oggi lo sono) del web operanti in proprio e partiti da zero. Ad un paio d’anni dall’apertura della partita iva sono arrivati a guadagnare dignitosamente. Io stesso ho visto crescere le mie entrate nel momento in cui ho smesso di permettere ad altri di “aiutarmi” a spiccare il volo. Ma questa è solo la mia storia, che presa da sola conta poco.

 

Conclusioni

Rileggendo questo post sembra di scorrere l’apologia dei freelance, ma non vorrei fare di tutta l’erba un fascio, perché in qualunque forma fiscale si può fare un buon lavoro e avere tempi di apprendistato equi. Il discrimine sei sempre tu, nella misura in cui sai renderti davvero utile e soprattutto nella capacità di tenere gli occhi aperti rispetto alla situazione in cui ti trovi.

Quanto dura dunque la gavetta?

Dimmelo tu.

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